Mantenere un figlio significa mettere in conto spese per abbigliamento, cibo, attività sportive e per il tempo libero, costi per l’istruzione e i libri, viaggi culturali, attività ricreative ed educative. Spese che, peraltro, crescono insieme con l’età. Incrociando i dati di Federconsumatori con quelli Istat e di altri istituti di ricerca sui consumi, si può calcolare che crescere fino ai 18 anni, fermandosi prima dell’ingresso all’Università, può arrivare a costare oltre 270 mila euro. A cui si aggiungono almeno altri 50 mila euro nel caso di iscrizione all’Università . L’impresa per i genitori sembra difficile se non impossibile: la strada maestra consiste nel pianificare gli investimenti nel tempo in modo da ottimizzare i risparmi in funzione delle esigenze della famiglia.
Incrociando i dati di Federconsumatori con quelli Istat e di altri istituti di ricerca sui consumi, si può calcolare che crescere un figlio fino ai 18 anni, fermandosi prima dell’ingresso all’Università, può arrivare a costare oltre 270 mila euro. La cifra dipende molto dallo stile di vita e quindi dal reddito familiare: per esempio per un reddito annuo di 22.100 euro (reddito basso) il costo annuo parte dai 5.850 euro fino ai tre anni di vita del bimbo ai 7.100 euro per i ragazzi tra 15 e 18 anni per un totale nei 18 anni di 113.700 euro. Per un reddito di 37.500 euro annui (reddito medio), la spesa annua oscilla dagli 8.400 euro (primi tre anni di vita del figlio) agli 11.400 euro annui (tra i 15 e i 18 anni di età) per un totale nei 18 anni di 170.940 euro. Infine, per un reddito annuo di 68 mila euro (reddito alto), si passa dai 13.800 euro ai 16.500 euro annui, rispettivamente, per i figli da zero a tre anni e per quelli da 15 a 18 anni: il totale per i 18 anni di vita del figlio si pagherebbero 271.350 euro.
Cara Università
Se poi c’è l’Università e i master il conto diventa ancora più salato. Il costo dell’Università pubblica prevede tasse di iscrizione comprese tra 1.100 e 1.600 euro (a seconda del reddito ISEE) mentre se lo studente è fuori sede le spese aumentano e non di poco. In base ai calcoli di Federconsumatori un figlio all’università in un’altra città incide sul budget familiare per non meno di 800 euro mensili. Nel calcolo rientrano le spese per i libri, le iscrizioni, le spese per il trasporto urbano e quelle per il divertimento, il materiale didattico e l’affitto di una stanza: tenuto conto di tutto il costo annuo di un figlio universitario (seconda fascia di reddito Isee) oscilla tra i 9mila e 500 euro se affitta una stanza doppia e 10 mila e 500 se sceglie una singola. In cinque anni significa sostenere costi per altri 50 mila euro da sommare ai 170 – 200mila già spesi dalla nascita alla maggiore età. L’impresa per i genitori sembra difficile se non impossibile: ecco perché la strada maestra consiste nel pianificare gli investimenti nel tempo in modo da ottimizzare i risparmi in funzione delle esigenze della famiglia
Pianificare e risparmiare vuol dire decidere di trasferire risorse nel tempo per fronteggiare uscite di cassa prevedibili e non prevedibili, ossia realizzare gli obiettivi di consumo e di riserva. Un processo da programmare nel tempo nel quale i figli rappresentano uno degli aspetti di maggiore rilievo. D’altra parte, le ragioni che spingono a risparmiare sono da ricercarsi nella prevenzione alle fasi di difficoltà nel corso degli anni e nella ricerca del mantenimento di un livello di qualità della vita e dei consumi costante o, magari, tendenzialmente crescente nel tempo. Ognuno di noi è chiamato ad affrontare diverse esigenze nel corso della propria vita e il ciclo di vita dell’investitore le riassume: un arco temporale che si può suddividere in una fase di accumulo e in una di decumulo.
Una corretta pianificazione parte dai bisogni reali
Se nella prima fase, quando si entra nel mondo del lavoro, è fisiologico pensare soprattutto a divertirsi perché c’è tutta una vita davanti, dopo qualche anno si comincia a pensare a formare una famiglia che significa porre attenzione a come finanziare l’acquisto della casa, quindi a come proteggerla, per poi dedicarsi ad accumulare un capitale per i figli che costituiscono una delle priorità. Successivamente ci si dedica a preservare la salute del nucleo familiare e a consolidare il tenore di vita della famiglia e a essere in grado di superare le eventuali incertezze sia sul fronte del lavoro che su quello della salute. La fase di decumulo si inaugura negli ultimi anni della vita lavorativa quando di pensa a come ottenere un reddito integrativo per potersi ritirare dal mondo del lavoro con tutte le risorse necessarie per soddisfare le proprie passioni: viaggi, vacanze, volontariato, solidarietà ecc.
Il ciclo di vita mette in evidenza l’importanza di adottare una corretta pianificazione finanziaria. Non ci si può infatti limitare ad accumulare i risparmi mese dopo mese, anno dopo anno, ma è indispensabile fissare precisi obiettivi da raggiungere, un orizzonte di tempo adeguato per cogliere i frutti dell’investimento e un meticoloso programma di risparmi da rispettare negli anni.
Il supporto di una consulenza professionale
Un percorso rigoroso che non può essere improvvisato e che spesso richiede la guida di un consulente finanziario di fiducia, insieme al quale pianificare gli obiettivi e gli strumenti d’investimento più adeguati per raggiungerli nel tempo che ci si è dati. Un metodo pratico per rispettare la ‘rotta’ anche durante le fasi di turbolenza dei mercati, quando la famiglia potrebbe essere tentata di abbandonare ‘la nave’ causando il naufragio di tutti i risparmi.
Per una buona pianificazione occorre basarsi sull’analisi della situazione finanziaria e patrimoniale della famiglia. Sulla base dei risparmi già accumulati e delle entrate disponibili e delle uscite nell’arco di un certo periodo (un mese, un semestre, un anno) è possibile calcolare quanto e come investire. Occorre definire in modo preciso l’obiettivo che si intende raggiungere: per esempio il mantenimento e gli studi dei figli. E deve essere possibile quantificare l’ammontare di denaro necessario a realizzarlo.
Sono tuttavia richieste competenze specifiche nella conoscenza delle dinamiche dei mercati finanziari e degli strumenti d’investimento. Proprio per questo, pianificare gli investimenti insieme ad un consulente di fiducia permette di progettare un portafoglio ben diversificato, per asset class (azioni, obbligazioni, strumenti monetari, valute, materie prime cc.) e per fonti di rendimento, e capace di raggiungere un obiettivo specifico in un determinato arco di tempo (orizzonte temporale). A seconda dell’obiettivo, la pianificazione finanziaria permette di individuare l’assortimento più adeguato, in termini di strumenti finanziari, per raggiungerlo ragionevolmente nel tempo prefissato.
Un grande nemico: l’emotività
Il vantaggio di un approccio di questo genere è che risulta particolarmente efficace sia in occasione delle turbolenze dei mercati finanziari e sia in scenari di mercato ‘esuberanti’ . Da un lato il portafoglio ‘pianificato’, accuratamente allestito per centrare un preciso obiettivo che sta particolarmente a cuore, assicura una forte motivazione in più a non cedere alla tentazione di vendere quando le quotazioni stanno scendendo. Dall’altro, in uno scenario molto positivo con le performance dei mercati molto migliori delle aspettative, è possibile anche valutare di disinvestire tutto il portafoglio, o una parte di esso, se l’obiettivo prefissato fosse stato raggiunto in anticipo, in modo da pianificarne uno nuovo.
Scelte che presuppongono freddezza e lucidità, caratteristiche che il vostro consulente finanziario è in grado di mettere a vostra disposizione per il raggiungimento dei vostri obiettivi di vita.
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Fonte: Financialounge