Un’esigenza chiave da coprire per non depauperare il proprio Patrimonio e non pesare sulle persone care
Il progetto di Lucia
Lucia ha una brillante carriera lavorativa come designer. È una donna piena di passioni e interessi, tra cui la vela che la fa sentire libera e felice. Ha moltissimi amici, ma è molto gelosa della sua autonomia. Non vuole pesare sulle persone importanti della sua vita e non vuole rischiare di depauperare il proprio Patrimonio.
In vista delle 58 candeline da spegnere a breve, la voglia di pianificare la gestione degli imprevisti, anche quelli più gravi, iniziava a crescere. Grazie al proprio Consulente Finanziario che le ha suggerito una polizza LTC, però ora è più serena perché sa che non dovrà più preoccuparsi di dover pesare economicamente sugli altri per gestire un’eventuale perdita della propria autosufficienza.
Lo sviluppo del progetto di Lucia
Lucia ha scelto di proteggersi tutta la vita con una rendita vitalizia rivalutabile di € 2.000 al mese in caso di non autosufficienza, attraverso un piano di versamenti per 15 anni.
Una rendita vitalizia di € 2.000 al mese permette di far fronte a necessità come:
Perché sottoscrivere una polizza LTC (Long Term Care) oggi?
L’invecchiamento progressivo della popolazione nei Paesi in via di sviluppo non ha precedenti.
L’invecchiamento è destinato ad avere un forte e crescente impatto sul sistema pensionistico e sanitario.
È in corso un forte incremento alla domanda di prestazioni di lunga durata di carattere socio-sanitario di cui l’anziano necessita nell’eventuale perdita, totale o parziale, della propria autonomia.
Dal punto di vista governativo l’incremento della popolazione anziana bisognosa di assistenza perché inabilitata, con diversi livelli di gravità, a svolgere le normali funzioni della vita quotidiana, si scontra con le difficoltà economiche che richiedono un contenimento della spesa pubblica in tutti i Paesi.
Secondo i dati Censis, gli anziani rappresentano una quota sempre più rilevante della popolazione italiana, in ragione dell’aumento dell’aspettativa di vita che caratterizza il Paese ormai da anni e a causa della bassa natalità.
Le persone con 65 anni e oltre (più di 14 milioni) rappresentano oggi il 24,1% della popolazione complessiva e sono in costante aumento: secondo lo scenario mediano delle proiezioni demografiche, nel 2050 saranno 4,6 milioni in più rispetto a oggi e peseranno per il 34,5% della popolazione totale, 10,4% in più.
Inoltre, è facile prevedere che gli anziani di domani saranno più soli: saranno sempre di più anziani senza figli. Il numero delle famiglie aumenterà proprio perché saranno di dimensioni più piccole: il numero medio dei componenti delle famiglie scenderà dai 2,31 del 2023 ai 2,15 nel 2040. Aumenteranno le famiglie unipersonali fino a 9,7 milioni (il 37,0%). Tra di esse, quelle costituite da anziani nel 2040 diventeranno quasi il 60% (5,6 milioni).
Gli anziani che vivono da soli saranno in prevalenza donne: se oggi, tra le donne che vivono da sole, il 63,6% ha più di 64 anni, nel 2040 si arriverà al 71,7%, contro il 40,4% di uomini anziani sul totale degli uomini soli.
Le difficoltà legate a una mancata o insufficiente risposta ai bisogni assistenziali, o dipendenti dalla carenza di relazioni sociali, potrebbero risultare perciò più rilevanti per la popolazione degli anziani di domani, che vivranno da soli in misura maggiore di oggi.
L’impatto dell’inflazione sulle retribuzioni delle badanti/colf
C’è da considerare che l’inflazione galoppante ha prodotto una diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie, acuendo le diseguaglianze sociali fra le diverse componenti della popolazione. In questo contesto, anche le spese per il settore domestico subiscono un incremento a partire dal 2023: dal mese di gennaio, infatti, con l’aggiornamento delle retribuzioni minime in base alla variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo, si è determinato un incremento del 9,2% rispetto alle tariffe dell’anno precedente e dell’11,5% dell’indennità di vitto e alloggio, dovuta ai domestici assunti in regime di convivenza. Questo potrebbe generare un impatto sui costi a carico delle famiglie, soprattutto per quelle che hanno alle proprie dipendenze personale assunto per lunghi orari di lavoro o a tempo pieno in convivenza. In questi casi, infatti, la retribuzione effettiva concordata con il lavoratore si avvicina molto ai minimi sindacali. Ciò significa un ulteriore costo annuale che le famiglie italiane devono preventivare per il lavoratore che non potrà non pesare su un budget già gravato dagli aumenti dei prezzi dei beni e da quelli delle bollette.
Tre esempi concreti
Ecco tre esempi concreti, elaborati da Assindatcolf, nei quali gli adeguamenti dei minimi retributivi genereranno un aumento in busta paga:
A queste cifre va aggiunto, inoltre, l’aumento dei contributi obbligatori previdenziali dell’8,1% da versare all’Inps per tutti i lavoratori domestici.
La consapevolezza di una soluzione immediata
Lo scenario appena descritto conferma la necessità per le famiglie di acquisire una maggiore consapevolezza dei propri bisogni presenti e futuri e di una spinta decisiva nelle scelte di protezione/investimento che porti alla sottoscrizione di polizze LTC (Long Term Care) per superare le certe difficoltà che potrebbero generare condizioni di non autosufficienza.
La Long Term Care, come noto, è un’assicurazione che copre le spese derivanti dall’impossibilità di svolgere autonomamente le normali funzioni della vita quotidiana (azioni semplici come muoversi, lavarsi e mangiare), con conseguente menomazione dell’autosufficienza, non necessariamente dovuta a malattia o infortunio, ma anche a senescenza.
Tale polizza, perciò, viene acquistata per proteggersi dal rischio di non autosufficienza in età avanzata, quando risulta particolarmente utile avere una somma per pagare una badante o una casa di cura o per avere la necessaria assistenza.
L’OECD definisce la Long Term Care come “ogni forma di cura fornita lungo un periodo di tempo esteso, senza data di termine predefinita”, per svolgere:
L’insieme delle prestazioni di LTC racchiude le seguenti tipologie di aiuto: supporto medico ed infermieristico; cura della persona; aiuto domestico; supporto sociale.
La Long Term Care consiste, pertanto, in una varietà di servizi assistenziali e personali a individui affetti da malattie croniche o disabilità, i quali non sono in grado di prendersi cura di sé stessi per lunghi periodi di tempo. Tali servizi di cura a lungo termine possono essere rivolti a persone di qualunque fascia di età. Gli anziani sono i primi destinatari di LTC in quanto le capacità funzionali peggiorano man mano che si avanza con l’età.
La spesa per LTC comprende, oltre alla componente di spesa sanitaria, la spesa per interventi socio-assistenziali erogati in qualsiasi forma ed a qualsiasi livello: la spesa sanitaria per LTC, le indennità di accompagnamento e gli interventi socio-assistenziali, erogati a livello locale, rivolti ai disabili e agli anziani non autosufficienti.
Le polizze Long Term Care servono per coprire le spese che si devono sostenere in seguito alla perdita dell’autosufficienza per infortunio, malattia o vecchiaia.
Il fondamento del contratto di assicurazione LTC è la copertura del rischio della non autosufficienza.
I modelli di contratto LTC sono vari e possono essere abbinati ad altri contratti assicurativi.
LE POLIZZE LTC A RIPARTIZIONE
Le polizze Long Term Care a ripartizione sono collegate al ramo malattia. Non accumulano i premi versati, pertanto non restituiscono nulla se non si verifica l’evento assicurato.
Il premio copre il rischio per l’anno di riferimento per cui viene pagato e, di conseguenza, sono polizze che si basano sul concetto di mutualità fra gli assicurati.
I vantaggi di questa tipologia di polizze sono costituiti da un minor costo rispetto a quelle ad accumulazione, sono adatte alle persone già anziane e possono coprire anche i casi di non autosufficienza giovanile.
La prestazione che la compagnia assicurativa deve in caso di non autosufficienza può essere:
Tra le cause della mancata espansione del mercato LTC possono annoverarsi: