Nel complesso la storia dei BTp Italia è stata e continua ad essere un bel successo, una storia che negli anni ha saputo raccogliere molti consensi tra i risparmiatori italiani (per i quali è stato concepito). Ultimamente, sembriamo infatti tutti pazzi per i BTp. Lo scorso giugno, il collocamento del primo BTp Valore si è chiuso con una raccolta di oltre 18 miliardi di euro e la seconda emissione – conclusa nella prima decade di ottobre – non ha dato risultati molto diversi: 17,2 miliardi di euro *. Ma siamo certi che dietro alla febbre dei BTp non ci sia lo zampino dell’emotività?
* Dati Ministero dell’economia e delle finanze, 2023
L’all-in è una scommessa, investire è un’altra cosa
Un po’ di ansia per l’incertezza a livello di scenario geopolitico, mischiata a un pizzico di “effetto gregge” – innescato dalla grande risonanza mediatica data al collocamento dei titoli di Stato – e il cocktail è fatto.
Proviamo però a rifletterci ora, a bocce ferme: puntare principalmente sui Btp è un investimento razionale e ragionevole?
L’investimento non dovrebbe essere “all in” come nel gioco d’azzardo. Tra le altre cose, a differenziarli è proprio una distribuzione ragionata del rischio nel primo, che invece nel secondo manca.
Certo, a volte una buona diversificazione può sembrare controintuitiva. Per esempio, il consulente potrebbe proporti di incrementare la tua posizione ogni volta che il mercato subisce dei cali importanti – diciamo il 10-15%: in realtà è una strategia ragionata e si chiama “acquistare sui ribassi”. Ma è sicuramente difficile da digerire per un investitore: la fase Orso dei mercati, infatti, è quella in cui tipicamente le emozioni prendono il sopravvento sulla razionalità. Sale l’ansia, si comincia a perdere il sonno e quindi si finisce col dire a sé stessi: no, basta, io esco.
Quadro non chiarissimo, sensazione di pericolo imminente, fuga. Il meccanismo è sempre quello.
Guardiamo i dati e rimaniamo razionali
Peccato, però, che evitare i ribassi del mercato abbia come risultato quello di aumentare considerevolmente le probabilità di perdersi i successivi rialzi. Per esempio, lo sapevi che tra il 1993 e il 2022 il 52% dei 50 migliori giorni del mercato azionario si sono registrati proprio durante un mercato Orso? Per dire: nel 2020, il secondo migliore giorno ha avuto luogo immediatamente dopo la seconda peggior giornata. Al contrario, entrare e uscire in continuazione ha come effetto – e i dati storici lo dimostrano- quello di distruggere la performance.
Insomma, per tornare ai nostri BTp, per quanto sia apprezzabile lo spirito patriottico dei risparmiatori italiani, appare evidente che a vincere è l’emotività se per paura si sceglie di evitare l’investimento azionario per poi destinare parte dei propri risparmi solo ai titoli di Stato.
Non solo fasi Orso: andiamo alle radici della BTP mania
Stiamo sicuramente attraversando un’era che non si vedeva da un bel po’ di tempo: i tassi di interesse sui titoli di Stato sono in costante ascesa, un’ascesa che potrebbe avere un effetto non propriamente positivo su alcuni dei nostri investimenti nel presente, siano essi obbligazionari, bilanciati o azionari. E poi abbiamo gli scintillanti BTp italiani con i loro rendimenti al 3-4% (quasi il 5% sui BTp a 10 anni). Un fenomeno del tutto nuovo per molte generazioni di risparmiatori, che stanno cercando di comprendere le dinamiche di questo mercato in evoluzione, che praticamente su tutte le scadenze presenta un significativo aumento dei tassi di interesse avvenuto in un breve lasso di tempo.
Così, il BTp sembrerebbe proprio l’investimento da fare in questo momento, quello da non perdersi. Fa niente se il proprio consulente con anni di esperienza e studi alle spalle non ne sia così convinto, se non magari inserendolo in un investimento diversificato e di più ampio respiro. Tutti ne parlano e noi non possiamo perdere l’occasione. Ed ecco una tipica scelta dettata dalle emozioni: paura, speranza, sicurezza e gregge. Sì, perché a guardar bene l’investimento in BTp è una buona opportunità ma non è la panacea a tutti i problemi (anzi, lato duration ci sarebbe da parlare molto). Ci sono strumenti, anche obbligazionari, che potrebbero dimostrarsi più adatti alle esigenze di ognuno di noi. E comunque, dati alla mano, generalmente è il portafoglio azionario a vincere sul medio-lungo periodo anche su un BTp con scadenza decennale. E questo un professionista navigato lo sa.
Per gestire le nostre finanze basiamoci sulla razionalità
Morale della favola: le decisioni finanziarie lasciamole prendere a chi lo fa di mestiere. Dal canto nostro, cerchiamo di imparare a riconoscere e a gestire gli automatismi cognitivi, per tenere sotto controllo l’impulsività. Insieme alla pazienza e alla consulenza di un professionista, questo esercizio ci dà la possibilità di sottrarci alla trappola dell’oggi e di guardare ben oltre la settimana, il mese o anche il trimestre
Fonte: AdviseOnly.com