Ci costerà il 4% tenere i soldi sui conti correnti. Proprio nel giorno in cui arriva il nuovo saldo delle masse tenute in conto corrente dagli italiani, somma che ormai supera abbondantemente i 1.800 miliardi ecco materializzarsi di nuovo lo spettro di una patrimoniale.
La differenza rispetto al passato è che ad intervenire a piene mani sui depositi degli italiani, non è il mondo della politica, così come avvenne per il Governo Amato nel ’92. Stavolta il salasso arriva dalle istituzioni finanziarie: le banche centrali per la precisione. Sono loro che hanno elargito a destra e a manca miliardi su miliardi per sostenere l’economia e le famiglie ed oggi si ritrovano a serrare le fila di un mondo, che a causa del Debito Pubblico planetario sempre più grande, è diventato insostenibile mantenere.
E come fanno a ridurre il Debito Pubblico? Lasciando che l’inflazione aumenti. Ma c’è dell’altro insieme all’inflazione, le Banche Centrali stanno mantenendo bassi i tassi d’interesse. La combinazione di questi due fattori crea un condizione straordinariamente utile alla riduzione del Debito Pubblico, debito che paghiamo proprio con la svalutazione dei nostri capitali privati.
Pensate che proprio oggi il FMI (Fondo Monetario Internazionale) ha pubblicato il dato aggiornato del debito mondiale che ha ormai superato i 226 trilioni di dollari. Gli aumenti del debito sono particolarmente eclatanti nelle economie avanzate, dove è passato da circa il 70 per cento del PIL, nel 2007, al 124 per cento del PIL, nel 2020.
Una sfida cruciale è trovare ora il giusto mix di politiche fiscali e monetarie in un contesto di debito elevato e aumento dell’inflazione. Le azioni delle banche centrali, soprattutto nelle economie avanzate, hanno spinto i tassi di interesse al limite e hanno reso più facile l’assunzione di prestiti da parte dei governi.
Ma ora è arrivato il momento di stringere la cinghia. E chi paga per il Debito contratto?
In un articolo Pubblicato sul sito dell’Università Cattolica il professor Cottarelli ha spiegato come :
“Un’inflazione di 4 punti percentuali ridurrebbe il rapporto tra debito pubblico e Pil di circa 16 punti in 5 anni”.
Ma gli effetti, aggiungo io, sarebbero ancor più forti se i tassi d’interesse non fossero rialzati dalle Banche Centrali.
Inflazione e tassi bassi, a zero o addirittura negativi, aiutano il Mondo ad uscire dalla spirale del Debito Pubblico.
Ma chi paga?
Noi, esattamente noi, come prima. Noi per qualunque cosa.
A proposito. Se non ve ne foste accorti, l’inflazione al 4% c’è già, e depaupera il capitale che noi abbiamo da parte sui conti correnti.
Insomma il 4% d’inflazione sta già lavorando in maniera forte sull’assottigliare i nostri conti correnti e non si tratta di Una Tantum, ma continua ad erodere capitale, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Una Patrimoniale ricorrente di cui nessuno si sta rendendo conto.
Fonte dati: Economia e Finanza